Tra i 16 e i 70 anni il 31 per cento è stata picchiata o abusata sessualmente: in Italia sono quasi sette milioni. Da gennaio 76 vittime. Spesso il responsabile è un familiare o un uomo con cui hanno avuto una relazione.

Uomini che odiano le donne. E che, sempre più spesso, diventano assassini. È successo già 76 volte nel corso del 2016. Un vero e proprio bollettino di guerra che ha insanguinato l’ultimo decennio: 1.740 femminicidi secondo l’Eures. Una macabra contabilità della morte inferta, in molti casi, da un familiare o da un uomo con cui la vittima ha avuto una relazione. Come tragico atto conclusivo di un’inarrestabile escalation di violenza. Spinta fino alle più estreme conseguenze.

I dati dell’Istat, aggiornati a giugno 2015, parlano chiaro: 6 milioni 788 mila, ossia il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni (quasi una su tre), hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica (il 20,2%) o sessuale (il 21%). Nel 5,4% dei casi veri e propri stupri (652 mila donne) o tentati stupri (746 mila), il 62,7% dei quali commesso da un partner attuale o precedente. Ma non è tutto. Il 10,6% delle donne ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni. Mentre aumentano, in modo preoccupante, i bambini costretti loro malgrado ad assistere ad episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% del 2006 al 65,2% del 2014). Sono loro le «vittime secondarie» dei femminicidi, scatenati nel 40,9% dei casi da un movente passionale: negli ultimi 15 anni, stando ai dati Eures, sono 1.628 i figli rimasti orfani spesso per mano dei loro stessi padri.

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